Intervista del mese con Massimo Maffioli: «Nel Campionato ticinese dei giovani 2023 la partecipazione è aumentata di circa il 40%»

a cura di Markus Angst

Il presidente del circolo scacchistico Tre Valli Scacchi, nonché membro di comitato della Federazione Scacchistica Ticinese (FSTI), Massimo Maffioli, sogna un torneo al top in Ticino.

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La scena scacchistica in Ticino è pulsante. Ci sono attualmente 9 circoli scacchistici, con un decimo già attivo, ma non ancora ufficialmente registrato. Il presidente del circolo scacchistico Tre Valli Scacchi, nonché membro di comitato della Federazione Scacchistica Ticinese (FSTI), Massimo Maffioli, ci racconta dei ticinesi che amano il gioco alla scacchiera.

Cosa le viene in mente spontaneamente quando pensa alla scena scacchistica ticinese?

Quando penso allo scacchismo ticinese vedo molto potenziale, ma che non sempre viene sfruttato e valorizzato al meglio. Ad esempio, per diversi anni, alcuni dei maggiori agglomerati ticinesi non offrivano un’attività scacchistica degna di questo nome. Ora qualcosa sta per fortuna migliorando, ma c’è sicuramente ancora parecchio lavoro da fare.

Quali sfide specifiche sta affrontando lo scacchismo ticinese?

L’età media dei soci di buona parte dei circoli ticinesi si sta alzando sempre più. È quindi necessario un ricambio generazionale e di linfa nuova. In tal senso è fondamentale fidelizzare maggiormente i giovani scacchisti che si sono avvicinati alle società grazie ai vari corsi e ai tornei proposti. Attualmente capita infatti molto spesso che finite le scuole medie, i ragazzi abbandonino le società e si limitino a giocare a scacchi ogni tanto online. Non sono inoltre mai abbastanza i volontari che si mettono a disposizione per trasmettere ai giovani la loro passione per il magico mondo delle 64 caselle o per aiutare nelle innumerevoli mansioni che ruotano attorno alla scacchiera.

Dal suo punto di vista, quanto è vivace la scena dei tornei di scacchi in Ticino?

La proposta di tornei in Ticino è, secondo me, abbondante, con nel 2023 una decina di open internazionali a cadenza classica in calendario. Paradossalmente – e qua farò probabilmente storcere il naso a qualcuno – ritengo che per il bacino ticinese questo numero sia quasi eccessivo. È vero che con così tanti eventi i giocatori possono scegliere quello a loro più congeniale, ma difficilmente i ticinesi partecipano a tutti i tornei. Succede quindi che si diluiscano tra i vari eventi. Secondo me sarebbe interessante concentrare le forze su un numero più limitato di tornei, che sappiano catalizzare l’interesse pubblico e mediatico e calamitare maggiormente la partecipazione di giocatori ticinesi, svizzeri e mondiali di tutti i livelli, dagli amatori ai professionisti.

Pensa ad un torneo al top?

Non ho purtroppo vissuto in prima persona il periodo d’oro dell’Open di Lugano, che negli anni ottanta richiamò in Ticino giocatori del calibro di Spassky, Korchnoi, Karpov o Tukmakov, ma sono cresciuto sentendone storie e aneddoti. Sogno quindi un torneo simile, che possa diventare un punto di riferimento per il movimento cantonale e che veda la partecipazione di anche centinaia di giocatori. Ovviamente per fare ciò è necessario un grosso investimento, sia umano che economico.

E che cosa si fa per i giovani?

A livello giovanile si parla di una decina di tornei semilampo riservati agli U16, per buona parte proposti da David Camponovo e il suo team. Questi tornei sono un’ottima occasione per i ragazzi per avvicinarsi al gioco, con l’obbiettivo poi che si dedichino alle attività sociali e ai tornei a cadenza classica.

In tutta la Svizzera, il numero di scacchisti che giocano nei club è aumentato del 20 percento in un anno. Qual è lo sviluppo in Ticino?

Facendo riferimento ai tornei organizzati dalla Federazione Scacchistica Ticinese, i numeri sono sicuramente positivi. Rispetto al Campionato Ticinese Giovanile del 2022, la partecipazione è aumentata quest’anno di circa il 40%. Nello stesso periodo il numero di squadre iscritte al Campionato Ticinese a Squadre ha avuto una crescita superiore al 50%. La speranza è che queste cifre non siano un fuoco di paglia, ma che si confermino nei prossimi anni.

Quanto è forte il legame tra la comunità scacchistica ticinese e la federazione cantonale? Come si realizza concretamente il collegamento dei circoli scacchistici ticinesi?

La federazione cantonale funge da collante tra le diverse società, cercando di coordinare gli sforzi nella promozione degli scacchi in Ticino, e per molti aspetti è il punto di riferimento degli scacchisti ticinesi. La Federazione Scacchistica Ticinese (FSTI) sostiene economicamente i circoli cantonali, i giovani e gli organizzatori e mette a disposizione materiale scacchistico. In collaborazione con le varie società propone i tornei validi per l’assegnazione dei vari titoli cantonali: Campionato Ticinese Individuale Open, Campionato Ticinese a Squadre, Campionato Ticinese Giovanile e Campionato Ticinese Lampo. A cadenza regolare propone attività addizionali, che possono essere ad esempio corsi per i giovani o per arbitri.

Che ruolo ha il sito web della federazione scacchistica ticinese www.fsti.ch?

L’obbiettivo del sito della FSTI è quello di essere la vetrina degli scacchi ticinesi. Raccoglie informazioni, risultati, notizie ed eventi sul movimento scacchistico del cantone. Capita sempre più spesso che il sito funga da primo contatto per curiosi e genitori che vogliono avvicinarsi agli scacchi.

Una pagina ticinese appare anche in tutti «Rivista Scacchistica Svizzera». Che valore ha questa pagina ticinese dal suo punto di vista?

Questa pagina ha, secondo me, una grande importanza ed è fondamentale per includere e collegare il Ticino e più in generale la Svizzera Italiana alla realtà scacchistica nazionale. Sono sicuro che ci sono degli italofoni che sfogliano la rivista della Federazione Scacchistica Svizzera unicamente per leggere la pagina nella propria lingua. Sarebbe bello che anche il sito web della FSS venga interamente tradotto nella terza lingua nazionale. Sfruttando magari l’intelligenza artificiale, che sta sempre più prendendo piede, si potrebbe avere un servizio di qualità a basso costo.

I circoli scacchistici ticinesi hanno collegamenti con l'Italia?

Soprattutto per i circoli di confine esistono dei chiari collegamenti con l’Italia. Ci sono ad esempio diversi giocatori della vicina penisola che rappresentano e sostengono squadre ticinesi nel Campionato Svizzero a Squadre. Essendo il Tre Valli il circolo ticinese più a nord del cantone, siamo meno toccati da questo fenomeno. Capita inoltre che alcuni giocatori ticinesi si rechino in Italia per giocare tornei e viceversa.

Lei ha sicuramente un legame con la Svizzera tedesca dato che vive a Dietikon, nel Canton Zurigo. Perché rimane nella città sulla Limmat?

Mi sono trasferito nella Svizzera tedesca per studiare e ci sono poi rimasto per lavorare. È innegabile infatti che l’area zurighese offra opportunità professionali maggiori rispetto al Ticino. Da settembre comincerò però un nuovo percorso professionale e dopo 17 anni ritornerò nella mia terra nativa.

Dato che lei è anche presidente del circolo scacchistico Tre Valli Scacchi e capitano della squadra di seconda divisione, ci deve essere molto da gestire.

Ho la fortuna di avere nel club compagni e amici disponibili e sempre pronti a dare una mano. Ognuno si assume incarichi e responsabilità e questo mi semplifica molto il lavoro.

Ci sono altri soci del club Tre Valli Scacchi che vivono nella Svizzera tedesca?

Sì, e non solo. Abbiamo soci anche nella Svizzera romanda. Nonostante queste distanze è motivo d’orgoglio e di soddisfazione vedere come questi giocatori siano fortemente legati al nostro club, mettendosi ad esempio a disposizione per i tornei a squadre cantonali o nazionali. Vedere i propri soci varcare il Gottardo è comunque un fenomeno comune a quasi tutti i circoli ticinesi. Capita infatti regolarmente che i giovani ticinesi si avventurino in Svizzera tedesca per studiare e poi ci rimangano anni. Basta pensare ad esempio a ottimi giocatori come Aurelio Colmenares, Gabriele Botta, Francesco Antognini o il «nostro» Nicola Ambrosini. Per gli scacchi ticinesi questo non porta sicuramente vantaggi, in quanto si perdono risorse umane molto importanti.

Una domanda geografica. Potrebbe spiegare il nome del suo club?

Con la denominazione Tre Valli si indica la regione geografica dell’alto Ticino definita dai tre distretti di Blenio, Leventina e Riviera. Il nostro club vuole coprire e rappresentare questo territorio. Essendo la superficie molto vasta, ma poco densamente popolata, è difficoltoso offrire un servizio capillare di qualità. Questa è sicuramente una delle maggiori sfide della nostra società.

Quali problemi incontrano i club ticinesi quando partecipano al Campionato svizzero a squadre (CSS) e al Campionato svizzero a gruppi (CSG)?

Le squadre ticinesi che partecipano ai campionati nazionali devono considerare che dovranno affrontare fino a 4 trasferte oltralpe. Questo fatto crea in alcuni giocatori un certo malcontento in quanto è evidentemente impegnativo percorrere centinaia di chilometri per disputare un unico incontro. Solitamente verso le 10:00 ci si mette già in strada e non si sa mai esattamente a che ora si ritornerà a casa. I rischi di treni affollati o di colonne al Gottardo non rendono più entusiasmante la trasferta. C’è inoltre l’incognita che la partita finisca rapidamente e che si debbano aspettare i compagni per ore.

Come affrontate lei e i suoi colleghi in Ticino le difficoltà legate agli spostamenti?

Io ho sempre affrontato le trasferte positivamente, perché le ho sempre viste come momenti conviviali tra amici che hanno la stessa passione. Si pranza insieme, si discute del più e del meno, si gioca, si commentano le partite e soprattutto ci si diverte tutti insieme. È inoltre l’occasione di scoprire posti nuovi e realtà diverse. Anche nei compagni di circolo non ci sono mai state particolari rimostranze, ma conosco giocatori che evitano sistematicamente le partite in trasferta.

Vi siete già trovati di fronte a lamenti quando i club scacchistici svizzero-tedeschi dovevano recarsi in Ticino per disputare la partita di campionato?

Non ho mai sentito in prima persona lamentele da parte dei club svizzero-tedeschi. I giocatori che si recano in Ticino sembrano solitamente anche contenti di passare una giornata nella Sonnenstube svizzera e di magari godersi il bel tempo e un pasto in un grotto. Mi sono comunque giunte voci di come una trasferta in Ticino non sia sempre gradita per i club svizzero-tedeschi. Ad esempio, ho sentito dire che delle società preferiscono giocare in settimana per evitare di essere inseriti in gruppi con squadre ticinesi.

Avete mai visto squadre della Svizzera tedesca dare forfait alle partite CSS/CSG in Ticino?

In tempi recenti mi vengono in mente almeno tre casi in cui la nostra squadra del Tre Valli ha vinto un incontro del Campionato Svizzero a Squadra perché la formazione avversaria svizzero tedesca non ha affrontato la trasferta in Ticino. A questi casi si aggiungono quelli che vedono coinvolte le altre società ticinesi, di cui però non ho fatto il conto. Seppur solitamente le squadre avversarie sono corrette e avvisano con un certo anticipo, queste situazioni sono sicuramente sgradevoli. I giocatori ticinesi si sono messi a disposizione per l’incontro, rinunciando magari ad altri impegni, e la sala di gioco (che non sempre è gratuita) è stata riservata. Non ho però purtroppo una soluzione per evitare questi disagi. Sono ad esempio contrario a gruppi regionali di sole squadre ticinesi, in quanto isolerebbe il nostro cantone e toglierebbe il confronto con gli amici scacchisti di oltre Gottardo.

I problemi sorgono sicuramente quando i giovani ticinesi giocano i tornei di qualificazione del Campionato Svizzero Giovanile Individuale nella Svizzera tedesca o nella Svizzera francese.

Esatto, i tornei di qualificazione del Campionato Svizzero Giovanile nella Svizzera sono sicuramente un grande impegno per le giovani promesse ticinese e le loro famiglie. Solitamente vi partecipano unicamente giovani fortemente motivati e che si sono già affermati a livello cantonale. Questo, secondo me, è un grande peccato, perché pur essendo uno sport individuale, il confronto con altri ragazzi di pari età e di diverse regioni è fonte di stimolo e di crescita. I giovani si spronano e si spingono a vicenda, alzando inevitabilmente il livello di gioco.

Parola chiave giovani talenti. Che cosa fa il vostro club per promuovere i bambini e i giovani?

Grazie soprattutto agli sforzi di Giovanni Laube, il nostro club propone dei corsi su più livelli presso la sede di Biasca. Quando possibile vengono offerte delle lezioni in alcune scuole Elementari e/o Medie della regione. Partecipiamo inoltre sempre con piacere ad eventi sportivi e culturali, dove è possibile parlare di scacchi, e organizziamo a fine primavera un torneo giovanile.

C'è un potenziale di miglioramento in Ticino per quanto riguarda la promozione dei giovani talenti, e dove si deve o si dovrebbe cominciare?

Assolutamente sì, si può sempre migliorare. Non è facile insegnare il gioco degli scacchi, ed è ancora più difficile farlo bene. Ritengo quindi sarebbe utile e interessante proporre dei corsi in lingua italiana per gli istruttori. Inoltre, considerando anche che il Ticino è una realtà relativamente piccola, sarebbe da considerare lo sviluppo di una struttura di formazione piramidale, come avviene già in altre discipline sportive. Le basi del gioco verrebbero insegnate in modo capillare su tutto il territorio e in un secondo momento i giovani più talentati del cantone verrebbero riuniti per una formazione più specifica. Per fare questo è necessario potenziare la collaborazione tra i vari circoli e avere istruttori qualificati per tutti i livelli di insegnamento.

E infine, avete un desiderio da esprimere. Cosa vorrebbe vedere dalla Federazione Scacchistica Svizzera?

Sarebbe facile richiedere un maggiore sostegno economico per una regione periferica, confrontata con barriere linguistiche e geografiche non sempre facili da superare. È innegabile che per gli scacchisti della Svizzera interna ci siano possibilità (corsi per arbitri, per istruttori, campi d’allenamento) che in Ticino non vengono offerte per svariate ragioni. Ma oltre alle risorse economiche sarebbero necessarie anche risorse umane. Quello che mi viene da chiedere è quindi una riflessione sulla suddivisione dei quadri regionali. Sarebbe interessante avere una regione unicamente italofona, dove i ragazzi e le ragazze ticinesi e della Svizzera italiana possano ricevere una formazione e un supporto nella loro lingua.

Intervista: Graziano Orsi

Massimo Maffioli in persona

Luogo di residenza: Dietikon.

Età: 36 anni.

Professione: Ingegnere Elettrotecnico/Project Manager.

Hobby: Scacchi, Teatro, Moto.

ELO (Svizzera): 2028 (FL 2/23).

Club: Tre Valli Scacchi (Presidente dal 2009) e Letzi Zürich.

Il giocatore di scacchi preferito: Michail Tal per la spettacolarità, Garry Kasparov per l’aggressività, Magnus Carlsen per la precisione.

Suggerimento d'un libro sugli scacchi: «La Caccia al Re» («The King Hunt») di John Nunn e William Cozens. È uno dei primissimi libri di scacchi che ho letto e ricordo ancora ora come quelle partite mi impressionarono per la loro bellezza e creatività.

Collegamento web

Circolo Scacchistico Tre Valli Scacchi

Sito web della Federazione Scacchistica Ticinese

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